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"VI SUPPLICO: CONVERTITEVI!" (REGINA DELLA PACE-MEDJUGORJE)

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Pensiero personale sul segno di Medjugorje

Caro Padre Livio buongiorno, sono Antonio di Livorno, è molto tempo che ascolto i suoi editoriali della mattina mentre sono in auto e a seguire ascolto molto della trasmissione di Radio Maria del giorno. A conti fatti devo dire che non ci sono ringraziamenti sufficienti per rendere grazie alla Madonna di questa realtà radiofonica mondiale che senza ombra di dubbio porta la sua Santa Regia. Grazie a Lei e a tutti i conduttori  questa radio, è ascoltata appunto in tutto il mondo, già questo dovrebbe fare rizzare le orecchie a tutti quelli che non credono ma come San Tommaso vogliono la “prova” della presenza di Dio e della Madonna sua Santissima Madre.

 Non voglio dilungarmi troppo per non rubare dello spazio ma vorrei  raccontarLe il risultato del mio pensiero a riguardo di cosa sono convinto che accada col terzo segreto a Medjugorje. La Madonna ha rivelato ai Veggenti che con il terzo segreto, coinvolgerà gli abitanti ed il paese di Medjugorje in primis, ma che in maniera indistruttibile avrà risonanza mondiale.

Mi sono convinto che noi uomini e donne oggi abitanti su questa terra siamo tutti come San Tommaso (più o meno segretamente o palesemente esternato da ognuno di noi) o forse ancora più increduli, se siamo rimasti impassibili dopo tutti questi segnali e apparizioni che ci arrivano con insistenza Materna dalla Madre di Dio da Fatima ad oggi.

Se non ci siamo mossi difronte a questi segni, con la mente e gli occhi obnubilati dalla “sindrome Tommasea” che oggi è figlia del modernismo e della tecnologia, allora abbiamo necessità di vedere il  segno come qualcosa che deve tendere all’irrazionale umano, che deve farci fermare, strabuzzare gli occhi e pensare che non è possibile che esista sulla terra un segno sì fatto. Dobbiamo pensare, a quella vista del segnale, che non esiste scienza o tecnologia o uomo che possa aver fatto quel segno. Qualcosa di così strano che faccia meravigliare.

 L’esempio più semplice che mi è balenato nella mente è stato: “un fenomeno tipo una enorme cascata di acqua senza interruzione ma con direzione terra/cielo e che scompaia tra le nuvole. O ancora un enorme incendio che si sviluppa nel niente o attorno ad un bosco, senza mai consumare il combustibile, senza mai fine, senza emanare calore e fumo, anch’esso di direzione opposta al razionale, dal cielo verso la terra.

Fenomeni che l’uomo, con tutte le sue tecnologie, con tutte le sue intelligenze umane o artificiali, non sia in grado di arginare o fermare. Ecco allora che l’uomo “Tommaseo” dovrà ricredersi e tornare su i suoi passi verso il Divino, verso la Casa di Dio.

L’ultima domanda che mi sono posto è: avremo il tempo di ricrederci? Avremo la possibilità di chiedere al Signore di riconoscerci come suoi Figli? Basterà la sua incommensurabile Misericordia a salvarci? 

Ave Maria

Suo devoto ascoltatore

Antonio


Caro Antonio,

senza dubbio la tua riflessione è coinvolgente. Il segno sarà forse, come tu hai ipotizzato, qualcosa di inatteso, di sorprendente e di scioccante, che ci riporti oltre nostra immaginazione e metta a tacere ogni dubbio e ogni tentativo di negazione dell’uomo “tommaseo” che ci portiamo dentro.

Tuttavia potrebbe anche esser qualcosa di molto semplice, pur nella sua soprannaturale evidenza, come era il sepolcro vuoto di Gesù, con quei panni ordinati e piegati, che fecero filtrare nel cuore dell’apostolo Giovanni la luce della Resurrezione.

Personalmente ho rinunciato a immaginare il segno. Anzi non sono certo se avrò la grazia di vederlo di persona, come pare sia necessario per coglierne tutta la bellezza. Mi accontenterà delle testimonianze di quei fortunati.

Il segno avrà indubbiamente l’effetto di confermare quelli che già credono alle apparizioni, ma non smuoverà gli induriti nel cuore, che “verranno a vedere, si inginocchieranno e non crederanno, come ha già ammonto la Madonna, invitando ad affrettare la conversione.

Tuttavia sarà un aiuto per tutti quelli, e sono moltissimi, che giacciono nelle tenebre ma “cercano il nostro Dio” e per i quali sarà preziosa la nostra testimonianza.

Ave Maria

Padre Livio

Nuove norme sui presunti fenomeni soprannaturali

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Dal nulla osta al giudizio negativo: sono 6 i diversi voti per discernere i casi contenuti nel documento del Dicastero per la Dottrina della Fede approvato dal Papa. Di norma, né il vescovo né la Santa Sede si pronunceranno per definire la natura soprannaturale del fenomeno, limitandosi ad autorizzare e promuovere devozione e pellegrinaggi.

Tuttavia – recita la prefazione del Prefetto – rimane ferma la possibilità che il Santo Padre intervenga autorizzando, in via del tutto eccezionale, ad intraprendere una procedura al riguardo di un’eventuale dichiarazione di soprannaturalità degli eventi”.

( Nota di P. Livio: questo passaggio particolare del Documento lascia aperta la possibilità che il Papa, dopo il segno sul Podbrdo riguardante il terzo segreto, riconosca la soprannaturalità delle apparizioni di Medjugorje.

Per quanto riguarda Medjugorje non cambia nulla rispetto al passato. I pellegrini possono credere alle apparizioni della Regina della pace, fare i pellegrinaggi e seguire i messaggi)

Vatican News 17 Maggio 2024 (Sintesi del Documento)

Vengono aggiornate le norme per il discernimento dei presunti fenomeni soprannaturali: è quanto stabilisce il nuovo documento del Dicastero per la Dottrina della Fede, pubblicato venerdì 17 maggio, che entrerà in vigore domenica 19, festa di Pentecoste. Il testo è preceduto da una articolata presentazione del cardinale prefetto Víctor Manuel Fernández, a cui segue l’introduzione, con l’individuazione di 6 diverse possibili conclusioni. Saranno possibili pronunciamenti più rapidi nel rispetto della devozione popolare e, di norma, non si impegnerà più l’autorità della Chiesa nel definire ufficialmente la soprannaturalità di un fenomeno che potrebbe richiedere molto tempo per essere approfonditamente studiato. L’altra novità è rappresentata dal coinvolgimento più esplicito del Dicastero per la Dottrina della Fede che dovrà approvare la decisione finale del vescovo e avrà la facoltà di intervenire motu proprio in qualunque momento. In molti dei casi degli ultimi decenni sui quali si sono espressi i singoli vescovi è stato coinvolto l’ex Sant’Uffizio, ma quasi sempre l’intervento rimaneva dietro le quinte e si richiedeva di non renderlo pubblico. A motivare ora questo coinvolgimento esplicito del Dicastero c’è anche la difficoltà nel circoscrivere a livello locale fenomeni che in qualche caso raggiungono dimensioni nazionali e persino mondiali, «per cui una decisione relativa ad una diocesi ha delle conseguenze anche altrove».

Le ragioni delle nuove norme

All’origine del documento c’è la lunga esperienza dell’ultimo secolo, con casi in cui il vescovo locale (o i vescovi di una regione) hanno in tempi rapidissimi dichiarato la soprannaturalità, poi il Sant’Uffizio si è espresso diversamente. Oppure casi in cui un vescovo si è espresso in un modo, il suo successore in modo opposto (sullo stesso fenomeno). Ci sono poi i tempi lunghi, necessari per valutare tutti gli elementi per arrivare a una decisione sulla soprannaturalità o la non soprannaturalità dei fenomeni. Tempi che a volte contrastano con l’urgenza di dare risposte pastorali per il bene dei fedeli. Il Dicastero ha dunque iniziato nel 2019 a revisionare le norme e si è arrivati al testo attuale approvato dal Papa lo scorso 4 maggio. Un testo del tutto nuovo che introduce, come detto, 6 diverse conclusioni possibili.

Frutti spirituali e rischi

Il cardinale Fernández nella presentazione spiega che «tante volte queste manifestazioni hanno provocato una grande ricchezza di frutti spirituali, di crescita nella fede, di devozione e di fraternità e servizio, e in alcuni casi hanno dato origine a diversi santuari sparsi in tutto il mondo che oggi sono parte del cuore della pietà popolare di molti popoli». Esiste però anche la possibilità che «in alcuni casi di eventi di presunta origine soprannaturale» si rilevino «delle criticità molto serie a danno dei fedeli»: casi in cui dai presunti fenomeni si trae «lucro, potere, fama, notorietà sociale, interesse personale» (II, art. 15, 4°), arrivando addirittura a «esercitare un dominio sulle persone o a compiere degli abusi (II, art. 16)». Vi possono essere «errori dottrinali, indebiti riduzionismi nella proposta del messaggio del Vangelo, la diffusione di uno spirito settario». Come pure esiste la possibilità che «i fedeli siano trascinati dietro a un evento, attribuito ad un’iniziativa divina», ma che è solo frutto di fantasia, mitomania o della tendenza alla falsificazione di qualcuno.

Gli orientamenti generali

Secondo le nuove norme la Chiesa potrà discernere: «se sia possibile scorgere nei fenomeni di presunta origine soprannaturale la presenza dei segni di un’azione divina; se negli eventuali scritti o messaggi di coloro che sono coinvolti nei presunti fenomeni in parola non vi sia nulla che contrasti con la fede e i buoni costumi; se sia lecito apprezzarne i frutti spirituali, o risulti necessario purificarli da elementi problematici o mettere in guardia i fedeli dai pericoli che ne derivano; e sia consigliabile una loro valorizzazione pastorale da parte dell’autorità ecclesiastica competente» (I, 10). Inoltre «in via ordinaria, non si dovrà prevedere un riconoscimento positivo da parte dell’autorità ecclesiastica circa l’origine divina di presunti fenomeni soprannaturali» (I, 11). Di norma, pertanto «né il Vescovo diocesano, né le Conferenze episcopali, né il Dicastero dichiareranno che i fenomeni sono di origine soprannaturale, e solo il Santo Padre può autorizzare una procedura in tal senso» (I, 23).

I possibili voti sul presunto fenomeno

Segue dunque l’elenco dei 6 possibili voti finali al termine del discernimento.

Nihil Obstat: non viene espressa certezza sull’autenticità soprannaturale, ma si riconoscono segni di un’azione dello Spirito. Si incoraggia il vescovo a valutare il valore pastorale e a promuovere la diffusione del fenomeno, compresi i pellegrinaggi.

Prae oculis habeatur: si riconoscono segni positivi, ma ci sono anche elementi di confusione o rischi che richiedono discernimento e dialogo con i destinatari. Potrebbe essere necessaria una chiarificazione dottrinale se ci sono scritti o messaggi associati al fenomeno.

Curatur: sono presenti elementi critici, ma c’è una diffusione ampia del fenomeno con frutti spirituali verificabili. Si sconsiglia un divieto che potrebbe turbare i fedeli, ma si invita il vescovo a non incoraggiare il fenomeno.

Sub mandato: le criticità non sono legate al fenomeno stesso, ma all’uso improprio fatto da persone o gruppi. La Santa Sede affida al vescovo o a un delegato la guida pastorale del luogo.

Prohibetur et obstruatur: Nonostante alcuni elementi positivi, le criticità e i rischi sono gravi. Il Dicastero chiede al vescovo di dichiarare pubblicamente che l’adesione non è consentita e di spiegare le ragioni della decisione.

Declaratio de non supernaturalitate: il vescovo è autorizzato a dichiarare che il fenomeno non è soprannaturale basandosi su prove concrete, come la confessione di un presunto veggente o testimonianze credibili di falsificazione del fenomeno.

Le procedure da seguire

Vengono quindi indicate le procedure da mettere in atto: spetta al vescovo esaminare i casi e sottoporlo al Dicastero per l’approvazione. Al vescovo è chiesto di astenersi dal fare pubbliche dichiarazioni relative all’autenticità o soprannaturalità, e anche di vigilare affinché non vi sia confusione e non si alimenti il sensazionalismo. Nel caso gli elementi raccolti «sembrino sufficienti», il vescovo costituirà una commissione d’indagine annoverando tra i suoi membri almeno un teologo, un canonista e un perito scelto in base alla natura del fenomeno.

Criteri positivi e negativi

Tra i criteri positivi, «La credibilità e buona fama delle persone che affermano di essere destinatarie di eventi soprannaturali o di essere direttamente coinvolte in tali fatti, così come dei testimoni ascoltati… l’ortodossia dottrinale del fenomeno e dell’eventuale messaggio ad esso connesso, il carattere imprevedibile del fenomeno da cui appare chiaramente che non sia frutto dell’iniziativa delle persone coinvolte, i frutti di vita cristiana» (II, 14). Tra i criteri negativi, la «presenza di un errore manifesto circa il fatto, eventuali errori dottrinali…, uno spirito settario che genera divisione nel tessuto ecclesiale, una ricerca evidente di lucro, potere, fama, notorietà sociale, interesse personale collegata strettamente al fatto, atti gravemente immorali…, alterazioni psichiche o tendenze psicopatiche nel soggetto, che possano aver esercitato un’influenza sul presunto fatto soprannaturale, oppure psicosi, isteria collettiva o altri elementi riconducibili a un orizzonte patologico» (II, 15). Infine «è da considerarsi di particolare gravità morale l’uso di esperienze soprannaturali asserite o di elementi mistici riconosciuti come mezzo o pretesto per esercitare un dominio sulle persone o compiere degli abusi» (II, 16). Qualunque sia la determinazione finale approvata, il vescovo «ha il dovere di continuare a vigilare sul fenomeno e sulle persone coinvolte» (II, 24).

MEDJUGORJE: I TRE GIORNI DELLA SALVEZZA

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CI SCRIVONO

Trovo geniale il format del nuovo libro

Carissimo Padre Livio, trovo geniale la struttura del nuovo libro, dove le riflessioni che si succedono formano un mosaico coinvolgente. Ottima l’idea di incastonare qua e là pezzi pregiati della profezia cristiana che illuminano la strada. Lei sta usando la fionda di Davide contro la supponenza di moderni Golia.

Complimenti caro Padre

Maurizio

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La Chiesa cambia le norme su «apparizioni» e «messaggi divini»: ecco i criteri e i 6 gradi di valutazione. «Solo il Papa può dire “soprannaturale”

di Gian Guido Vecchi – Corriere della Sera 17 Maggio 2924

Le nuove norme approvate da papa Francesco rappresentano una stretta dopo gli eccessi del «caso Medjugorje»: sei i gradi di giudizio che entreranno in vigore domenica, giorno di Pentecoste

CITTÀ DEL VATICANO – Non più una dichiarazione impegnativa di «soprannaturalità» ma, al massimo, un più prudente «nihil obstat», un nulla osta della Santa Sede di fronte a presunte apparizioni della Madonna, messaggi divini o simili: significa che i fedeli «sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione», come diceva Benedetto XVI, ma «non sono obbligati a prestarvi un assenso di fede».

Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato le nuove norme per «il discernimento di presunti fenomeni soprannaturali», firmate dal cardinale prefetto Víctor Manuel Fernández e approvate da Papa Francesco il 4 maggio: entreranno in vigore domenica, giorno di Pentecoste. 

Le nuove norme erano attese perché le ultime risalivano al 1978, tre anni prima che iniziassero le «apparizioni» di Medjugorje, e nel frattempo la Rete e la moltiplicazione delle informazioni in tempo reale richiedevano alla Chiesa delle regole che rispondessero con maggiore agilità, senza dover attendere decenni, per evitare che i fedeli fossero confusi o magari ingannati. Le segnalazioni sono ricorrenti e ci sono casi più sottili e complicati della moltiplicazione di gnocchi e pizza raccontate di recente dalla presunta «veggente» di Trevignano, Gisella Cardia, una vicenda nella quale il vescovo di Civita Castellana, Marco Salvi, ha concluso l’indagine diocesana stabilendo che non c’è stato nulla di sovrannaturale.

La vicenda Medjugorje

 Proprio la vicenda di Medjugorje è esemplare di quanto un caso possa essere complesso. La commissione d’indagine voluta da Benedetto XVI e affidata al cardinale Camillo Ruini aveva ritenuto credibili le prime sette apparizioni, ma lo stesso Papa Francesco spiegò che, se su quelle si diceva di «continuare a investigare», sulle altre che proseguirebbero ogni giorno c’erano molti dubbi e «non hanno tanto valore» perché «la Madonna non è un postino o il capo di un ufficio telegrafico». D’altra parte, però, il fenomeno Medjugorje ha generato milioni di pellegrini, «gente che va lì e si converte, incontra Dio, cambia vita», ha riconosciuto Francesco, pure un teologo raffinato come il cardinale Schönborn ha parlato di «fiumi di grazia». E allora, come si fa? 

Le nuove norme e i 6 livelli di giudizio

Le nuove norme offrono una via d’uscita a dilemmi simili. E definiscono sei livelli di giudizio o «dichiarazioni prudenziali», dal «Nihil obstat» – il riconoscimento massimo, ma senza impegno – alla «Declaratio de non supernaturalitate» per i casi evidenti di inganno. Ma prima è bene chiarire di che si tratta, per la Chiesa cattolica.

Che cos’è una «apparizione», per la Chiesa?

Cosa sono, per la Chiesa, le cosiddette apparizioni? Come premessa generale, le parole più lucide e chiare sono quelle che l’allora cardinale Joseph Ratzinger, da prefetto dell’ex Sant’Uffizio, scrisse nel commento teologico che accompagnava la pubblicazione, nel 2000, della terza parte del «segreto di Fatima»

La Chiesa, anzitutto, distingue tra la «rivelazione pubblica» e le «rivelazioni private». La «rivelazione pubblica» è quella di Dio all’umanità e trova la sua espressione letteraria nella Bibbia, ovvero le due parti che per i cristiani sono l’Antico e il Nuovo Testamento. È la «Rivelazione» propriamente detta ed è «compiuta», definitiva e completa: «In Cristo Dio ha detto tutto, cioè sé stesso».

Le «rivelazioni private», invece, sono quelle visioni e quei messaggi che si presumono accaduti dopo la conclusione del Nuovo Testamento. Alcune, ad esempio Fatima, sono state riconosciute come autentiche dalla Chiesa. Ma la loro autorità resta «essenzialmente diversa» rispetto alla «rivelazione pubblica». 

Solo la «rivelazione pubblica» espressa nella Bibbia «esige la nostra fede», se uno si dice cristiano. Nessun fedele è invece obbligato a credere alle «rivelazioni private» che non possono aggiungere né completare nulla, anche se riconosciute autentiche, e vengono considerate solo un «aiuto» per la fede: sono «credibili» quando e perché rimandano «all’unica rivelazione pubblica». Nelle parole di Ratzinger c’era già la regola essenziale per valutare presunte apparizioni: «Il criterio per la verità e il valore di una rivelazione privata è il suo orientamento a Cristo stesso. Quando essa ci allontana da lui, quando essa si rende autonoma o addirittura si fa passare come un altro e migliore disegno di salvezza, più importante del Vangelo, allora essa non viene certamente dallo Spirito Santo, che ci guida all’interno del Vangelo e non fuori di esso».

Come farà la Chiesa a decidere su un’apparizione

D’ora in poi l’ex Sant’Uffizio «deve essere consultato e intervenire sempre per dare un’approvazione finale a quanto deciso dal Vescovo, prima che quest’ultimo faccia pubblica una determinazione su un evento di presunta origine soprannaturale». 

Le notizie delle presunte «apparizioni» ormai si diffondono subito ben oltre una diocesi, per quanto remota. Il punto fondamentale è che la Santa Sede eviterà, di norma, il riconoscimento della «soprannaturalità». In passato è accaduto che alcuni fenomeni fossero riconosciuti e poi negati, o viceversa. Tutti questi giudizi «erano in contrasto con la convinzione della Chiesa che i fedeli non sono obbligati ad accettare l’autenticità di questi eventi», si legge nel testo che introduce le nuove norme. Così «queste situazioni complicate, che producono confusione nei fedeli, debbano essere sempre evitate». Così si eviterà che «il discernimento punti verso una dichiarazione di “soprannaturalità”, con forti aspettative, ansie e persino pressioni al riguardo».

 La dichiarazione di «soprannaturalità» viene «sostituita o da un Nihil obstat, che autorizza un lavoro pastorale positivo, o da un’altra determinazione adatta alla situazione concreta», i sei casi definiti dalle nuove regole. Solo il Papa può intervenire «autorizzando, in via del tutto eccezionale, a intraprendere una procedura al riguardo di un’eventuale dichiarazione di soprannaturalità degli eventi: si tratta di un’eccezione, che di fatto è avvenuta negli ultimi secoli solo in pochissimi casi».

Quali sono i criteri positivi e quali quelli negativi

Le norme definiscono una serie di criteri per valutare ogni caso. 

Tra quelli «positivi» c’è «la credibilità e la buona fama» di chi afferma di essere coinvolto, l’ortodossia del messaggio, il «carattere imprevedibile» dell’evento «da cui appare chiaramente che non sia frutto dell’iniziativa delle persone coinvolte» e i «frutti» delle apparizioni o dei messaggi, «spirito di preghiera, conversioni, vocazioni sacerdotali e alla vita religiosa, testimonianze di carità, una sana devozione e frutti spirituali abbondanti e costanti» e «la crescita della comunione ecclesiale». 

E poi ci sono i criteri «negativi», a cominciare dagli «errori» evidenti o dagli «errori dottrinali», non necessariamente in malafede: «Occorre tenere conto della possibilità che il soggetto che afferma di essere destinatario di eventi di origine soprannaturale abbia aggiunto – anche inconsciamente – , ad una rivelazione privata, elementi puramente umani oppure qualche errore d’ordine naturale non dovuto a una cattiva intenzione, ma alla percezione soggettiva del fenomeno». 

Altri segni negativi sono «uno spirito settario che genera divisione nel tessuto ecclesiale», la «ricerca evidente di lucro, potere, fama, notorietà sociale, interesse personale», «atti gravemente immorali compiuti nel momento o in occasione del fatto dal soggetto o dai suoi seguaci» e «alterazioni psichiche o tendenze psicopatiche nel soggetto, che possano aver esercitato un’influenza sul presunto fatto soprannaturale, oppure psicosi, isteria collettiva o altri elementi riconducibili a un orizzonte patologico».

Quali sono i 6 livelli di valutazione su una apparizione

«Nihil obstat»: «Anche se non si esprime alcuna certezza sull’autenticità soprannaturale del fenomeno, si riconoscono molti segni di un’azione dello Spirito Santo “in mezzo” a una data esperienza spirituale, e non sono stati rilevati, almeno fino a quel momento, aspetti particolarmente critici o rischiosi. Per questa ragione si incoraggia il Vescovo diocesano ad apprezzare il valore pastorale e a promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale, anche mediante eventuali pellegrinaggi a un luogo sacro».
 
Secondo, «Prae oculis habeatur»: «Sebbene si riconoscano importanti segni positivi, si avvertono altresì alcuni elementi di confusione o possibili rischi che richiedono un attento discernimento e dialogo con i destinatari di una data esperienza spirituale da parte del Vescovo diocesano. Se ci fossero degli scritti o dei messaggi, potrebbe essere necessaria una chiarificazione dottrinale»

Terzo, «Curatur»: «Si rilevano diversi o significativi elementi critici, ma allo stesso tempo c’è già un’ampia diffusione del fenomeno e una presenza di frutti spirituali ad esso collegati e verificabili. Si sconsiglia al riguardo un divieto che potrebbe turbare il Popolo di Dio. Ad ogni modo, il Vescovo diocesano è sollecitato a non incoraggiare questo fenomeno, a cercare espressioni alternative di devozione ed eventualmente a riorientarne il profilo spirituale e pastorale». 

Quarto, «Sub mandato»: « Le criticità rilevate non sono legate al fenomeno in sé, ricco di elementi positivi, ma a una persona, a una famiglia o a un gruppo di persone che ne fanno un uso improprio. Si utilizza un’esperienza spirituale per un particolare ed indebito vantaggio economico, commettendo atti immorali o svolgendo un’attività pastorale parallela a quella già presente nel territorio ecclesiastico, senza accettare le indicazioni del Vescovo diocesano. In questo caso, la guida pastorale del luogo specifico in cui si verifica il fenomeno è affidata o al Vescovo diocesano o a un’altra persona delegata dalla Santa Sede, la quale, quando non sia in grado di intervenire direttamente, cercherà di raggiungere un accordo ragionevole».

Quinto, «Prohibetur et obstruatur»: «Pur in presenza di legittime istanze e di alcuni elementi positivi, le criticità e i rischi appaiono gravi. Perciò, per evitare ulteriori confusioni o addirittura scandali che potrebbero intaccare la fede dei semplici, il Dicastero chiede al Vescovo diocesano di dichiarare pubblicamente che l’adesione a questo fenomeno non è consentita e di offrire contemporaneamente una catechesi che possa aiutare a comprendere le ragioni della decisione e a riorientare le legittime preoccupazioni spirituali di quella parte del Popolo di Dio».

E infine, sesto, la «Declaratio de non supernaturalitate»: «In questo caso il Vescovo diocesano è autorizzato dal Dicastero a dichiarare che il fenomeno è riconosciuto come non soprannaturale. Questa decisione si deve basare su fatti ed evidenze concreti e provati. Ad esempio, quando un presunto veggente dichiara di aver mentito, o quando testimoni credibili forniscono elementi di giudizio che permettono di scoprire la falsificazione del fenomeno, l’intenzione errata o la mitomania».

UNO SGUARDO DI FEDE SULL’ATTUALITA’

Pensiero spirituale sulla pace del cuore che è il dono più grande

Cari amici, la pace del cuore è il dono più grande che si possa avere in questa vita. Si sente di avere raggiunto qualcosa di molto vicino alla felicità, quindi si cerca di proteggerlo. I nostri cuori sono spesso inquieti, vagabondi, angosciati e molte volte sbandati. Non è facile ottenere la pace del cuore, per questo sono necessarie la preghiera e la fede.

Vorrei indicare la strada a tutti quelli che apprezzano, sentono, desiderano la pace del cuore. La strada che bisogna seguire – per la pace vera, inattaccabile, piena e sazia – è quella di essere, innanzitutto, in pace con Dio. È una condizione esistenziale che possiamo verificare nella nostra vita. Tutti coloro che nel cammino della propria vita sono riusciti ad avere la pace del cuore, sanno che è dovuto al fatto che sono riusciti ad entrare in pace con Dio e vivere stabilmente con Lui. Coloro che sono agitati nel cuore e nella sofferenza, fra le tante possibilità che il mondo offre. non ce n’è una che porti a quella pace profonda e gioiosa che è un dono inestimabile. Soltanto chi ha preso la strada della trascendenza, cioè dell’apertura del cuore a Dio, conosce e sperimenta questa pace.

Bisogna poter fare i tre passi verso Dio col cuore per ascoltare la Sua voce, per presentare a Lui le proprie miserie, i peccati che Egli brucia nel suo amore, e la nostra decisione di fare la Sua Santa volontà. Come disse Dante: “E ‘n la sua volontade è nostra pace” (Paradiso III, vv.85-87), cioè la sintonia tra la nostra volontà e quella di Dio, dà una pace del cuore talmente profonda e salda che nessuna tempesta della vita riesce a metterla in discussione.

Arrivare a questo è un cammino molto impegnativo perché significa mettere a tacere tutte quelle voci che sono l’espressione del nostro egoismo, bisogna mettere a tacere i desideri della carne, che ci spingono ad agire in opposizione a Dio. Questo provoca più angoscia, inquietudine e insoddisfazione. Lo sperimentiamo quando disobbediamo ai Comandamenti che sono l’espressione della sua Santa volontà. Per ogni disobbedienza alla volontà di Dio ci rendiamo conto che non siamo in pace, siamo inquieti e la coscienza ci rimorde. La coscienza che rimorde è come un tarlo che ci accompagna giorno e notte, i tentativi di tacitarlo sono inutili. Se si riesce a zittirlo, vuol dire che abbiamo perso la dimensione morale di noi stessi.

Il primo passo è quello di aprire il cuore a Dio, il secondo passo è purificare il nostro cuore da tutto ciò che va contro i suoi precetti – la lotta al peccato e i desideri della carne – infine lo sforzo quotidiano nella vita di fare la volontà del Signore. Nella sua impostazione di fondo, la volontà di Dio si esprime nei Comandamenti e in tutte le loro applicazioni per tutti gli uomini.

C’è anche una volontà di Dio legata alla nostra vita personale, alla nostra vocazione e alla missione che ci ha affidato. Dopo che si è data questa impostazione di fondo, per cui si è davanti a Dio come creature e come figli, ci sono le vocazioni personali che sono fondamentali. Dentro ogni vocazione c’è una missione. Dio assegna ad ognuno il proprio percorso nella vita. Il cammino di santità, infatti, è una risposta alla volontà di Dio diversa per tutti. La volontà di Dio si conosce nella preghiera di silenzio, ascoltando la voce del cuore e della coscienza, dei Cieli, della Chiesa e delle persone che hanno un’autorità su di noi. Questo fa si che ci sintonizziamo sempre più nella Sua volontà.

Questo percorso di affinamento di noi stessi con Dio deve arrivare a un’unione con Dio. In noi si crea quella serenità, quella pace, quella stabilità anche di fronte alle intemperie e difficoltà della vita. Di fronte alle sofferenze, riusciamo a sopportare e affrontare tutto. Riusciamo a vivere la vita nella dimensione del ringraziamento, della serenità, dell’amore di Dio con il quale ogni paura viene fugata. Per cui una persona vive in comunione con Dio, nell’attesa di raggiungerlo nella vita eterna e guarda al futuro senza timore, sapendo che va verso la pienezza di pace che già ora fiorisce ed è custodita nel Suo cuore.

Quando uno è in pace con Dio, come effetto naturale è in pace anche con se stesso. Non è facile essere in pace se si esclude Dio. Questo non è autosufficienza ma una sinfonia con Dio. Questa pace crea in noi in modo spontaneo un orientamento di bene verso il prossimo. Alla fine, ci rendiamo conto che la pace viene da Dio che bussa alla porta del cuore. Sintonizziamo i desideri del nostro cuore con quelli del Signore e la Sua Santa volontà. Questo fa di noi delle persone serene, positive, pacifiche. Ci mette in una posizione di irradiazione della nostra pace nei confronti del prossimo.

La Madonna a Medjugorje, quando parla della pace nel mondo, ci indica la Sua via. La strada è proprio quella di tornare a Dio, ai suoi Comandamenti e alla Sua volontà. Per cui senza questo non ci sarà la pace. Il ritorno a Dio genera la pace con noi stessi, con il prossimo, nella società e nel mondo. Questa è la prospettiva che la Regina della pace ci dà del futuro: «Ritornate a Dio ed alla preghiera affinché la preghiera diventi gioia per voi. Figlioli non avrete né futuro né pace finché nella vostra vita comincerete a vivere la conversione personale ed il cambiamento nel bene» (25 agosto 2020). L’amore di Dio entra nei nostri cuori, ci riappacifica con noi stessi, diventa un dono che facciamo agli altri. Questo è un programma di vita e santità, di riforma della società, che riguarda il futuro. Il futuro passa attraverso la nostra conversione, il nostro impegno di preghiera, di santità, di purificazione, ogni cuore diventa un centro di irradiazione di pace.

La Madonna ha detto che arriveremo a questo traguardo attraverso un passaggio di purificazione. Lei stessa è venuta come Regina della pace per portarci a un mondo di pace che passa attraverso la sintonia dei cuori con il cuore di Cristo. È la strada che la Madonna ci chiama a percorrere con la conversione e la riforma di noi stessi, in modo tale che il nostro cuore sia ripieno di Dio. Con la pace di Dio non abbiamo bisogno di nient’altro.

Che la nostra vita sia un’irradiazione della pace che Dio ci dona. Non c’è dono e ricchezza più grande, non c’è nulla di più desiderabile che la pace del cuore.

Da: “Lettura cristiana della cronaca e della storia”

🔴LIVE VIDEO🔴Medjugorje: i tre giorni della salvezza – Catechesi a cura di Padre Livio – Puntata 18

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🔴LIVE VIDEO🔴LETTURA CRISTIANA DELLA CRONACA E DELLA STORIA

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☕️IL CAFFEINO QUOTIDIANO DI P. LIVIO☕️

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I tempi tristi che verranno per l’uomo…

Ave Maria padre Livio,

In questo brano degli scritti della serva di Dio Luisa Piccarreta, Gesù spiega perché l’uomo vive da bestia. Gesù le fa vedere lo stato lacrimevole del mondo.

(1) Questa mattina il mio diletto Gesù mi ha trasportata fuori di me stessa e mi ha fatto vedere il decadimento della religione negli uomini ed un preparativo di guerra. Io Gli ho detto: “Oh Signore, in che stato lacrimevole si trova il mondo in questi tempi, in fatti di religione. Pare che dal mondo non più si riconosce Colei che nobilita l’uomo e lo fa aspirare ad un fine eterno. Ma quello che fa più piangere è che ignora la religione parte di quei stessi che si dicono religiosi, che dovrebbero mettere la propria vita per difenderla e fare rivivere”. E Gesù, prendendo un aspetto afflittissimo, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, è questa la causa ché l’uomo vive da bestia, perché ha perduto la religione; ma tempi più tristi verranno per l’uomo, in pena della cecità in cui lui stesso si è immerso, tanto che mi stringe il cuore a vederli. Ma il sangue farà rivivere questa santa religione, che farò spargere da ogni specie di gente, da secolari e da religiosi, innaffierà il resto delle gente inselvatichite che rimarranno, ed ingentilendole di nuovo le restituirà la loro nobiltà. Ecco la necessità che il sangue si sparga e che le stesse chiese restino quasi abbattute, per fare che ritornino di nuovo ed esistano con il loro primiero lustro e splendore”.

(3) Ma chi può dire lo strazio crudele che ne faranno nei tempi avvenire? Lo passo in silenzio perché non ricordo tanto bene e non lo veggo tanto chiaro; se il Signore vuole che ne faccia parola, mi darà più chiarezza ed allora prenderò di nuovo la penna su questo argomento, perciò, per ora faccio punto.

Libro di Cielo – Agosto 30, 1899

Massimo

🌟🖋️CI SCRIVONO🖋️🌟

La logica divina dei dieci segreti

Carissimo, i primi due ammonimenti che, saranno prodomi drammatici per un altro mondo a venire, sono direttamente proporzionali a un certo cedimento che s’è infiltrato a Medjugorje, L’apparenza occidentale, e forse non solo occidentale, è entrata di soppiatto con le strade larghe del commercio.

I paesani si sono difesi, certamente gran parte di loro ha inevitabilmente nel cuore la Madonna, questo credo che basterà a non trasformare il dramma  dei primi due segreti in tragedia, a differenza di quello che sta rischiando invece il mondo.

 I primi due ammonimenti serviranno a “RISVEGLIARE” innanzitutto la chiesa riguardo Medjugorje stessa e alla sua vera natura trascendente e cattolica (cosa che probabilmente, in seguito, solleciterà con intensità più marcata l’ostacolare del mondo il risveglio spirituale medesimo).

Col terzo segreto, che è un segno eccezionale, la lotta fra i figli di Maria e gli odiatori seriali di Gesù, questo Dio, che loro non vogliono, a costo di ucciderlo ancora, se potessero, un’altra volta, uccidere Lui, e gli “innamorati” di Lui in terra, questa diverrà  appunto col terzo segno una lotta frontale… forse è per questo che coi sette segreti restanti, il cielo stesso entrerà in gioco, a livello globale, come mai era successo prima.

Noi, da soli, non potremo difenderci né vincere contro la forza di satana che scaglierà tutto il suo odio per distruggere il mondo, soprattutto di tutta quella forza che ha raccolto e costruito nell’ultimo secolo e  che ha preso col nostro permesso, non dimentichiamoci, dai nostri stessi  sbandamenti generazionali… ma interverrà Dio stesso (per il Trionfo di Maria) con gli ultimi sette atti di una nuova, moderna e non modernista, divina commedia, facendo inciampare satana nella fossa che aveva scavato per noi, e i suoi seguaci facendoli cadere nei loro stessi lacci , quelli che da tempo vanno dicendo -“Dov’è il vostro Dio?”, escogitando zizzanie per la paura di essere svelati nelle loro intenzioni, o per le meschine glorie di un’ora, mettendo trappole e inganni sulle vie dei propri simili.

Allora vedremo che Dio nel suo intervenire, non solo ci difenderà, in terra e in cielo, ma veramente in Cristo fa nuove tutte le cose attraverso Maria, la Gospa.

Carissimo, dunque, sempre Ave Maria.

Giuseppe.

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